Entra, metti nella busta e scappa: è la rivoluzione dello shopping promessa da Amazon Go. L’esperimento è iniziato negli USA ma sarà replicato in Europa: siamo davvero pronti a una simile novità?
Amazon Go è finalmente realtà: dopo anni di lavori, il primo negozio senza casse e senza fila è stato inaugurato a Seattle. Il suo funzionamento è intuitivo ed immediato: per entrare è necessario esibire il codice personale generato dall’app di Amazon Go sul proprio smartphone o tablet. A quel punto si fa la spesa come in un qualunque supermercato. Conclusi gli acquisti si esce e si torna a casa. Il tutto senza file e senza dover aggeggiare con spiccioli vari: l’importo esatto verrà prelevato direttamente dal proprio conto.
“È stato come rubare!”, hanno commentato i primi avventori dello store. Ed effettivamente può sembrare così: si entra, si prende ciò che si vuole e si va via. In realtà rubare sembra pressoché impossibile: la sicurezza è affidata a uno stuolo di telecamere, sparse per tutto il negozio, che seguono il cliente in ogni suo movimento e registrano ogni prodotto che mette nel carrello. Un giornalista del New York Times, in accordo con Amazon, ha provato a rubare una bibita senza farsi notare: niente da fare. L’importo gli è stato scalato senza pietà.
Le immagini raccolte dalle telecamere vengono inviate ad un software di riconoscimento, in grado di distinguere i vari clienti e di osservare quello che prelevano dagli scaffali. Questi ultimi sono inoltre dotati di sensori di peso integrati, per cui ogni spostamento dei prodotti viene monitorato con estrema precisione e in tempo reale. Probabilmente, almeno in questa prima fase, all’intelligenza artificiale si affianca il lavoro di supervisione di un team “in carne ed ossa”.
L’esperimento di Amazon Go verrà replicato negli USA e, c’è da scommetterci, nell’arco di qualche anno arriverà anche in Europa. Nel frattempo si è già scatenato il dibattito tra entusiasti e detrattori. I primi sottolineano la portata tecnologica di un simile progetto e la comodità di uno store in cui non ci siano inutili perdite di tempo: entra, metti nella busta e scappa. I secondi, invece, si preoccupano delle conseguenze sulle risorse umane di uno store privo di cassieri/e e, soprattutto, dei rischi per la privacy di un sistema che, nel funzionamento, ricorda il Grande Fratello di orwelliana memoria. O, più in piccolo, una puntata di Black Mirror.
Sia come sia, Amazon Go è ormai realtà e dimostra che il futuro è oggi. Dobbiamo solo decidere se adattarci o se restare fermi nelle nostre posizioni, rischiando di rimanere indietro.
A cura di Daniele Mu