Le recensioni false esistono ed esisteranno sempre: il problema però può essere limitato con qualche semplice accorgimento. Ecco il piano di Amazon.
Oggi giorno gestire l’opinione dei propri clienti online è sempre più importante. Che il nostro processo di acquisto sia cambiato negli ultimi anni e che il ruolo della pubblicità tradizionale sia stato ridimensionato è un fatto chiaro a chiunque oggi si occupi di marketing.
L’opinione degli altri consumatori, i loro consigli e le loro valutazioni sono oggi un punto fondamentale per le nostre scelte. Per questo motivo, le recensioni online sono uno strumento chiave che un buon negozio online deve tenere sotto controllo per garantire il successo del proprio prodotto.
Il sistema di recensioni è utile, in particolare, a tutte quelle startup che si configurano come marketplace e che quindi svolgono l’unico compito di mettere in contatto domanda e offerta sul proprio portale o applicazione. In questi casi, poichè la prestazione finale, e quindi la soddisfazione finale del cliente, non sono direttamente dipendenti dal portale stesso, è fondamentale offrire un sistema di rating per facilitare la scelta tra tutti i prestatori di servizio presenti e orientare i clienti finali sui soggetti che meglio rispondono alle loro esigenze.
Le recensioni online hanno un’importanza fondamentale per la gestione della reputazione digitale dei brand. Un uso corretto dei customer feedback è fondamentale nelle attività di web marketing.
Amazon impone un limite al numero di recensioni che gli utenti possono lasciare ai prodotti in vendita sulla sua piattaforma: d’ora in poi non si potranno lasciare più di 5 commenti a settimana agli articoli non acquistati dal suo negozio online. Una nuova mossa, come riportato dal sito della Bbc, per contrastare la proliferazione di recensioni false.
La novità – contenuta nei termini del servizio clienti – arriva dopo l’avvio di una sorta di operazione pulizia vietando le recensioni “incentivate”, quelle scritte da utenti che hanno ricevuto la merce gratis o scontata in cambio di una opinione pubblicata online.
A giugno 2015 il colosso di Seattle ha invece fatto causa ad alcuni utenti responsabili della pubblicazione di opinioni false.