Si vocifera che Amazon controllerà i suoi lavoratori con un braccialetto elettronico, e tanti saluti ai diritti dei lavoratori. Ma se vi dicessi che non è esattamente così?
Si è fatto un gran parlare del braccialetto elettronico attraverso cui Amazon controllerebbe i lavoratori dei propri stabilimenti. Non solo i sindacati, ma anche il mondo politico italiano ha espresso una dura condanna verso uno strumento che, a detta loro, ricorderebbe le catene messe ai polsi degli schiavi nelle piantagioni di cotone. Tutto molto toccante, se non fosse che la verità è tutt’altra cosa.
Andando ad approfondire la vicenda, infatti, si scopre che il gigantesco clamore mediatico è semplicemente un castello di carte, pronto a crollare alla minima folata di vento. Si scopre allora che quello del braccialetto elettronico è solo un brevetto depositato da Amazon nel 2016, recentemente riconosciuto come valido negli USA, e che non si sa nemmeno se sarà effettivamente realizzato. Il famigerato braccialetto elettronico, poi, non dovrebbe essere usato per controllare i lavoratori e inviare loro una scarica elettrica nel caso in cui commettessero un errore, come sembra di capire a leggere i fiumi di dichiarazioni indignate. Servirebbe semplicemente per scansionare gli scaffali dei depositi e consentire in questo modo di trovare più facilmente la merce.
Certamente una simile tecnologia potrebbe essere utilizzata nei modi più diversi. E non è da escludersi che potrebbe arrivare ad influenzare il comportamento dei lavoratori o a controllarli per tutta la durata del turno. Ma tutto il clamore che si è scatenato nei giorni scorsi mi sembra eccessivo.
D’altra parte non è forse vero che il nostro stesso smartphone ci controlla costantemente, 24/24 e 7/7? O che i nostri PC sono quanto di più vulnerabile possa esistere, facili come sono da hackerare? O che gli impianti domotici registrano ogni giorno le nostre abitudini?
Insomma, capisco la preoccupazione ma mi sembra eccessiva e anche miope. Il punto semmai è un altro, e su questo mi sembra che manchi una vera riflessione. Il mondo sta cambiando, e sta cambiando soprattutto a causa della tecnologia. Bisognerebbe semmai riflettere su quale impatto questo avrà sul mondo del lavoro e sulla stessa società.
Se mai venisse davvero prodotto, il braccialetto elettronico aiuterebbe i lavoratori a svolgere in maniera più efficiente le loro mansioni. Quanto tempo pensiamo che passerà prima che quei lavoratori, che svolgono un’attività meccanica, siano mandati a casa e sostituiti da dei simpatici bracci metallici? D’altronde, con Amazon Go, Jeff Bezos ha dimostrato che il futuro è arrivato e che molti lavori, a cominciare da quelli manuali, saranno spazzati via nell’arco di qualche decennio. E non penso che questo passaggio epocale potrà essere fermato da qualche protesta o da qualche dichiarazione indignata.
Il problema, da questa prospettiva, non è il braccialetto elettronico di Amazon. Il problema è capire se siamo pronti per affrontare una vera e propria rivoluzione. Dobbiamo solo decidere se farci trovare preparati o esserne travolti senza alcuna possibilità di replica.
A cura di Daniele Mu