Vent’anni fa il lancio di ICQ ideato da quattro studenti delle superiori: quella chat, anche se molto diversa, esiste ancora!
Ai nostalgici non è difficile far spuntare quell’aria sorniona alla “io c’ero”, ma ci sono due cose che sortiscono l’effetto immediato: la prima è “Modem 56k”, e la seconda è “Icq”. Entrambi con un suono che ancora rimbomba in testa, con una differenza: il secondo, Icq, ovvero il celebre servizio di messaggistica, esiste ancora e compie vent’anni.
ICQ è stato il primo servizio autonomo di messaggi istantanei. La ricorderanno gli utenti di internet della prima ora che a fine anni Novanta già smanettavano sul web, ma ICQ non è affatto defunta. Nonostante sia stata di gran lunga superata da piattaforme come WhatsApp, Messenger, Line o Skype, in vent’anni la chat ha cercato di allinearsi alla concorrenza, integrando non solo le videochiamate ma anche tecnologie di intelligenza artificiale per la gestione di foto e video.
Lanciata il 15 novembre del 1996, ICQ è passata anche per la proprietà di AOL (nel 1998) e dal 2010 è del gruppo russo Mail.Ru. Secondo dati riferiti al 2013 conta circa 11 milioni di utenti giornalieri. Una fetta praticamente di nicchia rispetto alla potenza di fuoco di altre applicazioni per i messaggi (WhatsApp è arrivata a un miliardo di utilizzatori mensili).
ICQ è la chat che esisteva prima che esistessero tutte le chat che chiunque si porta appresso, quelle più chiacchierate, quelle meno, quelle criptate, quelle no, festeggia i due decenni come niente fosse, anche se di cose ne sono cambiate.
Nel tempo, ICQ è diventato un servizio di messaggistica con i messaggi vocali, gli adesivi, la sincronizzazione dei messaggi su diversi dispositivi: tutte cose che tengono viva la sua fan base, ma stanno a guardare i giganti crescere. Eppure, arrivarci a vent’anni così.
In due decenni, spiega la compagnia sul suo blog, ICQ si è evoluta da soluzione unicamente per il web ad applicazione trasversale a più piattaforme, disponibile per smartphone Android e iOS. Diverse le novità introdotte per restare al passo con le tendenze di mercato: la possibilità di inviare messaggi audio, il riconoscimento vocale, le “Storie” (opzione che ricorda quelle di Snapchat cui si è ispirata da poco anche Instagram), la gestione di foto e video sfruttando le reti neurali, i filtri interattivi.