Quando il natale è solo un modo in più per immaginare una vita ideale.
In questi giorni mi sto interrogando sul perché molti di noi, me compreso, col passare degli anni non vivano più le festività e il natale con lo spirito di pace e serenità che queste dovrebbero evocare. Guardiamo con espressione impassibile le luci dell’albero senza più stupirci come una volta, presi dai difficili accadimenti quotidiani o dal pensiero che le persone con cui vorremmo passare certi giorni non ci sono più o sono lontane.
Così guardare la scritta “buone feste” è come aspettarsi un cartello stradale che indica la via necessaria per andare avanti, e stappare anche quest’anno un vecchio spumante (anche se la scena del patibolo da tappo di sughero è una delle mie preferite: chi verrà accecato stavolta?).
Allora in tutte le abitudini e tra tutte le canzoni di natale, che scorrono nei vari lettori mp3 o cd dei negozi, io mi chiedo il modo migliore che possa riportarmi al bambino che non vedeva l’ora di rincorrere un babbo natale nelle vie del centro chiedendogli dove avesse lasciato la sua renna.
La risposta che mi sono dato, in realtà, cerco di darmela per tutti i giorni della mia vita, poiché risiede in una sola parola: l’immaginazione.
Citando Wikipedia: “per immaginazione s’intende la capacità di rappresentare cose non presenti in atto alla sensazione.” L’immaginazione è una capacità che può essere estremamente produttiva se utilizzata al servizio della realtà, perché può ricreare nel momento presente lo stato emotivo che stiamo cercando di provare.
Se vi dicessi ora “ chiudete gli occhi e immaginate una casa in montagna col caminetto e le luci soffuse mentre fuori c’è la neve e il rumore della slitta di Babbo Natale che canta “oh oh oh”, vi assicuro che in quei pochi secondi il vostro cervello potrebbe veramente trovarsi in quella situazione e farvi provare le sensazioni soggettive che l’immagine ha evocato: c’è chi completerebbe la storia da solo uscendo dalla baita e gridando: “Stupido babbo, mi aspettavo una macchina telecomandata quel famoso 24 dicembre del ’97! Ma sappi che poi una macchina me la sono comprata, anzi faccio proprio l’autista!” Oppure si vedrebbe con una persona specifica i cui occhi brillano davvero, non come le luci di natale comprate mille volte e fulminate subito.
Questo perché siamo portati a vivere su due piani diversi: realtà e sogno. Tuttavia io penso che la qualità della nostra vita stia nella capacità di prendere spunto dall’immaginazione per costruire la vita che sogniamo.
Si, perché volere è potere ma qual è il modo migliore per capire cosa davvero si vuole? La mia risposta è immaginare di getto una fotografia della propria giornata ideale. Da quelle immagini e da quei sentimenti che vengono fuori troverete l’essenza del vostro volere.
Ma ricordate che l’immaginazione è solo vostra fino in fondo, quando viene raccontata non sarà mai come nel vostro cuore quindi non permettete agli scettici di dire che quello che immaginate non esiste. Esisterà sempre dentro di voi e vi chiederà di crederci ogni giorno.
Ho voluto postare questo video della John Lewis, catena di punti vendita inglese che ogni anno crea uno spot natalizio molto efficace, che spiega in maniera migliore di me la magia dell’immaginazione. E in questo caso devo dire che sono tornato bambino e ho sentito che è quasi Natale.
Buone feste a tutti e come direbbe Clooney: “Immagina, puoi!”
A cura di Roberto Gerardi