A Catanzaro nasce l’orto di famiglia. In cosa consiste? Auto prodursi cibo sano per salvaguardare il territorio favorendo l’accesso alla terra insieme alla famiglia.
Sono sempre di più le persone che affittano un piccolo appezzamento di terreno dove coltivare frutta e verdura. E per ritrovare il sorriso. Stefano, un ragazzo calabrese, ha capito che la sua terra può essere un’opportunità. Cresciuto a pane, informatica e soggiorni studio nella Silicon Valley, ha capito che il lavoro è proprio dietro casa sua. Nei campi di Stefano Caccavari, studente in Economia aziendale all’Università Magna Grecia di Catanzaro, si coltiva L’orto di famiglia, progetto agricolo di custodia della territorio. Social e innovativo: aggrega dal vivo e sul web le famiglie del circondario, coinvolgendole nella lavorazione della terra, rigorosamente bio.
Tutto nasce dall’idea di non sprecare due ettari di terra di proprietà di famiglia, coltivati da anni a frumento e grano, senza molta cura. Da qui l’idea di convertirli in orti da affittare ai cittadini. Così il terreno è stato vangato, coltivato e recintato in piccoli orti da 80 metri quadrati ciascuno in cui si coltiva rigorosamente frutta e verdura di stagione senza l’utilizzo di pesticidi e concimi chimici.
Un fiore all’occhiello de L’Orto di famiglia (messo a punto con uno studioso di agricoltura biologica) è l’impiego di insetti predatori al posto di pesticidi: Stefano acquista nelle biofabbriche moscerini che mangiano le uova degli infestatori.
Le famiglie scelgono i prodotti da seminare nei 6 filari. E si segue sempre la stagione. La primavera-estate è la più varia e colorata per via di melanzane, insalata, pomodori, cetrioli, meloni etc. Il raccolto, di solito, si fa il sabato. Ma ogni famiglia ha libero accesso al suo orto: chi ha il pollice verde, passa anche l’intera giornata tra un filare e l’altro.
E come può coniugarsi meglio un hobby come l’orto, immersi nella natura, con la produzione di prodotti biologici, coltivati con le proprie mani, di qualità superiore, da mangiare ogni giorno con la soddisfazione e la consapevolezza di sentirsi gli artefici di questa quotidiana meraviglia ?
Ogni appezzamento di terreno può essere personalizzato con cartelli e insegne fai da te: 750 euro l’anno il costo del servizio, che prevede anche l’orto autunno-inverno – broccoli, cavolfiore, rape, cicorie, finocchi, lattughe – e quello di primavera – fave, piselli, patate, spinaci, bietola. Fioriscono le zucchine, maturano le melanzane, i peperoni, i pomodori, i cetrioli, le angurie e i meloni. Per il periodo estivo sarà pronto il frutteto, si raccoglieranno i fichi dottati (tipici anche della provincia di Cosenza) e di altre 35 cultivar. A lavoro, nei campi, c’è Stefano, lo zio Franco (neo assunto) e tre braccianti stagionali. Ma il piano di sviluppo prevede di dare lavoro stabilmente a 50 agricoltori.
Ottantamila euro il reddito raggiunto da Stefano in meno di un anno di attività. Così a San Floro, nel cuore della Calabria, è nata una bio valley. L’agricoltura calabrese forse sta facendo la rivoluzione: pronta a sperimentare nuovi modelli e a valorizzare le tradizioni, trasforma campi, prodotti e tecniche agrarie in beni culturali e attrazioni turistiche.