Dopo Facebook, anche Whatsapp inserisce il temuto “visualizzato” con le doppie spunte blu
Mercoledì 5 novembre. Ore 21.50. Mentre finisco la mia dose giornaliera di studio, mi arriva un messaggio da un’amica: oddio, mi son comparse le stanghette azzurre! Allibita rispondo “Che stanghette?”. Così, senza preavviso, brutalmente, scopro che la mia poca privacy di Whatsapp è terminata. DUE SPUNTE BLU.
Eh quindi sì, da quasi una settimana il numero di persone in “paranoia da whatsapp” è sensibilmente aumentato. Donne in paranoia da messaggio inviato al proprio amore, “non visualizzato” ma con accesso già avvenuto; amici offesi perché ignorati all’invito di prendersi una birra; madri che scoprono che il loro messaggio di buonanotte inviato al figlio fuori sede è stato visualizzato alle 4 di notte e chi più ne ha più ne metta. La giustificazione “Scusa, non avevo visto che mi era arrivato il messaggio”, utilizzata per ovviare individui fastidiosi, non potrà più sussistere. “Ho visto che hai letto il messaggio ma non mi hai risposto”, frase ormai tipica nelle chat di Facebook, entrerà di prepotenza anche nella ormai usatissima app.
Whatsapp già aveva creato trambusto qualche anno fa con la messa a pagamento dell’applicazione. “Ah, io non pagherò”, in molti dicevano, ma nella realtà pochi sono coloro che l’hanno effettivamente abbandonata – ammettiamolo, 79 centesimi annui sono veramente un’inezia. E stavolta invece? Numerosi sono gli utenti indignati; dalle due spunte blu, infatti, non possiamo sfuggire in quanto non è possibile disattivarle. Ma come mai il “visto” di Whatsapp sta facendo più scalpore del medesimo sistema introdotto anni addietro nelle chat di Facebook? Ovviamente sviare il “visualizzato alle” del social network è facilissimo (basta lasciare aperta la finestra della chat, puntare il mouse fuori dalla stessa e il gioco è fatto: possiamo leggere messaggi senza farlo sapere agli altri), con Whatsapp un po’ meno. Se poi aggiungiamo il fatto che per Facebook non esiste l’“ultimo accesso effettuato”, le conclusioni sono facilmente intuibili.
Per concludere vorrei però accennare una mia personale osservazione su questo “scandalo”. Perché mai ci indigniamo veramente? Esistono molte altre applicazioni di messaggistica istantanea che tutelano maggiormente la nostra privacy. Abbiamo veramente tutti così bisogno della tutela privacy (argomento che suscita da decenni accese discussioni) o la realtà è che non vogliamo essere scocciati perché semplicemente ci piace stare da soli? Voglio dire, quando incrociamo un amico per strada e ci chiede, Hey, come va?, non possiamo ignorarlo e “non visualizzare” le sue parole perché in quel momento non ne abbiamo voglia. Siamo veramente così social, così istantanei?
A cura di Giada Divulsi